2015 comunicato regolamento - Master Beta

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17 Marzo 2015


Le date e il regolamento del Masters 2015

 
 

Si svilupperà su cinque appuntamenti il Masters Beta 2015, venticinquesima edizione del Trofeo più longevo del fuoristrada.

Partenza domenica 22 Marzo da Darfo Boario Terme, al 3 Maggio i fedelissimi Beta si ritroveranno in una località che li ha già visti impegnati più volte, Mezzana Mortigliengo, inedita la prova al Pro Park di Ceranesi sulle alture di Genova come giro di boa il 14 Giugno.

 
 

Inizio del girone di ritorno da Arnad, località valdostana nota per la produzione del famoso lardo e contornata da uno stupendo contesto alpino il 13 Settembre, gran finale al Beta Day di Rignano sull’Arno il 4 Ottobre.

Molte le novità che caratterizzeranno questa edizione storica.

Prima fra tutte i possessori di tessera MEMBER potranno partecipare anche alle gare al di fuori della propria regione, misurandosi lungo il percorso contraddistinto dalle frecce bianche.

Altra importante novità riguarderà le operazioni preliminari, queste saranno aperte dalle 8:30 fino alle 11:45, identico discorso è stato attuato per la procedura di partenza con un orario più flessibile.

I piloti potranno, a loro discrezione, partire dalle 9:30 alle 12 e indipendentemente dall’orario di partenza, il termine della manifestazione sarà inderogabilmente fissato alle ore 16.

Orario anticipato per le premiazioni, mezzora dopo il termine della manifestazione i piloti inizieranno ad occupare i gradini del podio.

Come nella scorsa stagione coabiteranno due soluzioni per affrontare le sezioni, con fermata e regolamento 2014 o la formula no stop, la quale, regalerà un bonus di un punto a zona.

Altra interessante news 2015 l’estrazione finale (ne beneficeranno solo i presenti) di gadget e premi, che riguarderà anche i possessori di tessere MEMBER.

Agli appassionati in possesso di tessera MEMBER verrà inoltre consegnato un premio ricordo.

Celebrativa la targa che verrà consegnata agli iscritti, cinque spazi bianchi da riempire di volta in volta con targhette che indicheranno località di gara e posizione in classifica.

Per celebrare i 25 anni verrà consegnato l’adesivo copricorona Beta Factory con il logo del Masters 2015, un altro particolare che permetterà di dire “Io c’ero!!!”

Infine ecco le due le formule d’iscrizione, entrambe caratterizzate da particolari Betamotor Racing.

La Formula A comprenderà:

Tessera Race Card (da diritto all'assistenza gratuita sui campi gara e allo sconto del 20% suo ricambi usati in gara), Giacca Beta Racing in soft shell, Felpa Beta Racing, maglia Polo Beta Racing, cappellino Trial Masters Betamotor, un kit lubrificanti, un kit Manopole Beta, una protezione corona, due adesivi per furgone BetaMotor Racing, targa ricordo 25° edizione ( immagine a lato) ed il pettorale a 170 Euro.

La Formula B comprenderà:

Tessera Race Card (da diritto all'assistenza gratuita sui campi gara e allo sconto del 20% sui ricambi usati in gara), polo Betamotor Racing, cappellino Trial Masters Beta, un kit lubrificanti, un kit Manopole Betamotor Racing, una protezione corona, targa ricordo 25° edizione (immagine a lato) ed il pettorale a 80 Euro

Cosa aspettate ad iscrivervi!

Potete farlo attraverso il sito www.masterbeta.it


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Provenendo da Torino, Milano

Autostrada A4 Uscita Bergamo

Seguire indicazioni per Val Seriana Lovere

A Lovere seguire per Costa Volpino -  Boario Terme


Provenendo dal Nord Est, Bologna, Piacenza

Autostrada A4 Uscita Brescia Centro

Seguire indicazioni per Milano fino a trovare indicazioni Darfo Boario Terme - Passo del Tonale


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Info ed iscrizioni :

Motoclub LAZZATE

Via Trento Trieste 15
20184 Lazzate (MB)

Telefono: 02 07629672

Fax: 030/318461

www.motoclublazzate.it

mail: Motoclublazzate@motoclublazzate.it


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RICETTIVITA' BOARIO TERME

Albergo Castellino

Via Alabarde, 9 - Boario Terme (BS)
Tel. 0364 531648 - Fax 0364 536258
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Prezzi delle camere:

singola 35,00 in b&b
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Cenni storici ed altre informazioni

IL SITO DEL COMUNE DI DARFO BOARIO TERME

Per ripercorrere brevemente la storia del comune di Darfo Boario Terme è necessario partire da molto, molto lontano...
La preistoria e la protostoria darfensi sono documentate da valide testimonianze di cultura figurativa e materiale. Oggi è possibile affermare con certezza che i primi gruppi di cacciatori si inoltrarono nelle terre che attualmente appartengono alla Valle Camonica seguendo il ritiro dei ghiacciai che ricoprivano l'intera area geografica, la quale rimase a lungo melmosa e paludosa, e costrinse gli antichi camuni a costruire piccoli agglomerati abitativi di tipo palafitticolo.

La nascita di una vera e propria civiltà camuna viene fatta risalire al III millennio a.C., quando le prime tribù di cacciatori e pastori vennero cacciate da comunità di agricoltori.
E' a partire dal Neolitico (età della pietra nuova) che compaiono sempre più numerose le opere dell'uomo. Sulle rocce vennero incise figure antropomorfe, simboli sacri come l'entità soprannaturale del Sole, figure geometriche. Frammenti di terre cotte e strumenti litici testimoniano la presenza umana sulle colline di Crape e Luine, oggi parco naturale, risalenti al IV millennio a.C.

ll numero di incisioni aumenta sensibilmente a partire dalla scoperta e dall'utilizzo dei metalli. Durante l'età del Rame (nota anche come periodo Calcolitico, inizia dopo il III millennio a.C.) cominciano infatti a diffondersi simboli sacri legati al culto del Sole, oltre che raffigurazioni di armi come asce e pugnali.
All'inizio dell'età del Ferro (XII secolo a.C.) vi fu un rapido rifiorire della sacralità. Sulle rocce vennero incise in prevalenza scene di lotta e guerrieri armati, di caccia e di pesca, ma anche di vita quotidiana e rappresentazioni di oggetti. Fu il periodo più fecondo per l'arte rupestre camuna.

Ma da dove venivano i gruppi che in quell'epoca popolavano la Valle? Le prime popolazioni ad abitare le montagne della Valle furono ormai certamente gruppi autoctoni che si mescolarono rapidamente con gruppi di provenienza ligure, i quali praticavano la caccia e la pesca ma non conoscevano l'esistenza né tanto meno la lavorazione dei metalli. Giunsero in seguito popolazioni etrusche che già utilizzavano armi in bronzo e ferro, probabilmente attirati nelle terre della Valle dalle sue molte ricchezze minerarie. Agli etruschi sarebbero poi subentrate popolazioni celtiche (I Galli) e, infine, i Romani.
I Romani lasciarono tracce della loro presenza, come disegni e iscrizioni latine, nonostante Darfo fosse quasi certamente una semplice area di transito, poiché l'intera zona continuava ad essere a tratti paludosa e sassosa, oltre che fittamente ricoperta di boschi.

L'occupazione romana durò circa cinque secoli, e finì nel 476 d.C. con il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, cui seguì l'insediamento dei Barbari in Valle, primi fra tutti, gli Unni. Fu poi la volta dei Goti, e infine quella dei Longobardi, la cui dominazione si protrasse per oltre due secoli.
“ ...La toponomastica di un'antica contrada di Corna di Darfo, la contrada dei Massi, rende ancora oggi testimonianza che, forse ancora nella prima età barbarica, qualcosa dell'antica consolidata organizzazione romana della proprietà e del lavoro delle terre era rimasto: “massae”, in età romana, erano infatti chiamati gli insiemi di domini rurali e le ville-latifondi che nel successivo periodo longobardico prenderanno il nome di corti... ”

Durante l'alto Medioevo la zona di Darfo assunse un'enorme importanza commerciale e di mercato, favorita principalmente dalla sua configurazione geografica. A Montecchio esisteva un importante porto fluviale nei pressi dell'antico ponte. A Darfo confluivano le strade che provenivano da Breno, Lovere, Iseo, Valle di Scalve.
Nel 774 la Valle Camonica, malgrado una strenua e disperata resistenza, fu occupata dalle truppe di Carlo Magno. Si diffuse rapidamente il feudalesimo e, con esso, una presenza sempre più pregnante di ecclesiastici.
Nel 1039 Darfo ottenne il privilegio di Corte Regia. Dal 900 al 1100 la Valle aveva goduto di una pace duratura, improvvisamente sconvolta nel 1125 dallo scoppio di una serie di lotte sanguinose fra i comuni bresciani e quelli bergamaschi che si contendevano il possesso di Volpino, Qualino e Ceratello, al termine delle quali il vescovado di Brescia perse l'intera zona.

Nel 1154 l'imperatore Federico Barbarossa scese in Italia. Le sue truppe attraversarono la Valle Camonica. La Valle mal tollerava l'affermarsi, di lì a poco, della potente famiglia ghibellina dei Federici (il cui ramo più importante era quello di Erbanno), e a Darfo un movimento popolare manifestò presto queste antipatie. I Federici riuscirono a estendere la loro egemonia con forza e violenza, uccidendo intere famiglie guelfe e costringendone altre a cambiare fazione. Intorno al 1300 terre e comuni della Valle Camonica erano quasi totalmente sotto il controllo dei ghibellini, fedeli all'imperatore, e appoggiati dai Visconti, che frattanto avevano esteso il loro dominio (celebre esponente della famiglia fu il sanguinario Bernabò).
Sin dal 1428 il popolo camuno divenne suddito della Repubblica di Venezia, e per molti versi ne fu lieto. La Serenissima si allontanò immediatamente dalle politiche accentratrici che avevano contraddistinto i Visconti, facendosi portatrice di un ordinamento più giusto, più democratico.

Ogni ostilità tra Venezia e gli esponenti della famiglia dei Visconti cessarono con il trattato di pace firmato quello stesso anno. La pace riuscì ad essere mantenuta per oltre cinquant'anni. Nel 1471, scrive Adriano Sigala, la frazione di Montecchio e i suoi abitanti furono colpiti con violenza da una terribile sciagura. Una frana di proporzioni enormi distrusse lo storico abitato e ridusse la popolazione a pochi superstiti. La piana di Boario fu a lungo inabitabile. Nel successivo XVII secolo l'episodio più tragico e sconvolgente che riguardò la vita in Valle Camonica fu la peste del 1630. Il mortale morbo aveva già colpito diverse altre volte le terre della valle accompagnandosi a terribili carestie, ma l'epidemia che si scatenò in quell'anno fu certamente la più funesta. Morirono 10.000 persone. Seguirono periodi di lenta e difficile ripresa, e poi, ancora, inondazioni del fiume, ma gli abitanti della Valle Camonica seppero rialzarsi con coraggio da questi periodi di tribolazione e da altri ancora, grazie alla loro tenacia e alla loro fervida fede. Nel 1729 a Darfo nacque il Monastero delle Salesiane, che per lungo si fece carico dell'educazione di giovani donne valligiane.

Sebbene la fame della acque curative di Boario fosse già diffusa da oltre un secolo, il vero turismo termale si affermò proprio nel Settecento. (Alessandro Manzoni fu uno fra i maggiori estimatori di Boario e delle sue preziose Terme)
Nel 1737 fu inoltre impiantato a Darfo il primo filatoio di seta della Valle, e più tardi intrapresi numerosi lavori pubblici.
Poco dopo l'arrivo di Napoleone in Italia e i sempre più frequenti e inattesi saccheggi, le ruberie, e i vandalismi perpetrati dai suoi soldati, in Valle cominciò a dilagare un profondo risentimento nei confronti del popolo francese, le cui truppe minacciavano continuamente di radere al suolo ogni terra che si fosse opposta alle truppe napoleoniche. L'ormai compianta democrazia veneziana fu rimpiazzata da politiche inique che suscitarono profonda desolazione. Nonostante ciò la zona di Darfo visse una forte rinascita dell'industria mineraria e, di conseguenza, un'enorme crescita nella fabbricazione di armi.
Dal 1805 fino alla caduta dell'impero napoleonico sotto gli austriaci, Darfo e le sue frazioni attraversarono un periodo particolarmente infelice, poiché le scorrerie e le violenze dei soldati francesi non facevano altro che inasprirsi e degenerare. Furono anni di miseria e sofferenza. Il monastero stesso venne sottratto con violenza alle salesiane, che furono cacciate e spogliate dell'abito religioso. (Soltanto dopo il 1842 il convento riaprì i battenti in veste dell'Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù).
Nel 1815 il trattato di Vienna sancì, fra le altre cose, che la Valle Camonica entrasse a far parte del Regno Lombardo-Veneto, sotto l'Impero Austriaco.
Fu un anno terribile, durante il quale nebbie, freddo, piogge e allagamenti causarono la distruzione di interi raccolti. Seguirono miseria e carestia e infuriarono terribili pestilenze.
Scoppiò poi, In Italia,la Prima Guerra d'Indipendenza. Era il 1848. Scrive ancora Adriano Sigala:

“ Nel 1848, allo scoppio della prima guerra d'Indipendenza, il darfense Bortolo Zattini, con un ardimentoso gruppo di concittadini, combatté al Tonale contro gli Austriaci. Paolo Donzelli era il comandante dei volontari di Gorzone, Darfo e Erbanno, mentre un certo Bontempi, sempre di Darfo, era il suo diretto collaboratore. (...) “

Molti furono i valligiani che, allo scoppio della guerra, disertarono le file dell'esercito austriaco e si erano uniti come volontari alla volta del passo del Tonale. Gli austriaci sconfissero Carlo Alberto e tornarono in Valle. Le persecuzioni e le violenze si acuirono.
Il resto è cosa nota. Scoppiò la Seconda Guerra d'indipendenza e molti furono i giovani generosi e intrepidi che si offrirono come volontari fra le truppe italiane. Gli austriaci furono sconfitti e costretti a ritirarsi.
Dal 1861 in avanti, la Storia della Valle è sempre stata legata alla Storia nazionale. Dopo l'Indipendenza, la Valle Camonica fu teatro di una fiorente rinascita commerciale e industriale. Nel comune di Darfo molte furono le strade costruite o allargate. Il ponte sul fiume Oglio venne completamente riedificato in cemento. La ripresa economica era già in corso. Lo testimoniano la nascita di numerose imprese di rilievo : Nel 1901 a Darfo sorge una fabbrica di cordura di calcio; nel 1902 ancora a Darfo viene acquistato da parte di una Società anonima un grande e promettente stabilimento attrezzato per fabbricare bande di ghisa; nel 1906 a Boario nasce uno stabilimento per la tessitura del cotone fornito di 800 telai e, infine, nel 1909 viene fondato sempre a Darfo, da parte di Roberto Enea Lepetit lo stabilimento “Ledoga” che diventò poi una moderna diamalteria, che dopo soli tre decenni impiegava oltre 200 operai. Sempre a Boario le fonti minerarie cominciarono ad essere sfruttate in maniera oculata, scientifica.

Durante il primo conflitto mondiale molte furono le zone della Valle impiegate come aree militari. A Erbanno, per esempio, era presenta una postazione antiaerea di cui ancora oggi sono visibili tracce e resti. Nel 1919 un'altra terribile pestilenza colpì la Valle Camonica, tanto che fu necessario scavare numerose fosse comuni, poiché i cimiteri non erano più in grado di accogliere e contenere i corpi delle vittime.
Il 1 dicembre 1923 un'immane tragedia sconvolse ulteriormente la popolazione: il disastro seguito al crollo della Diga del Gleno, in Val di Scalve, provocò la totale distruzione della zona sud di Corna. Tutto fu spazzato via in pochi attimi. Morirono quasi 500 persone, delle quali 150 erano cittadini darfensi. I danni furono molto più che ingenti. La ricca e fertile zona compresa fra Darfo e Genova venne ivasa completamente dalle acque, e per anni fu assolutamente incoltivabile.

Negli anni del fascismo, Erbanno e Gorzone furono
aggregati al comune di Darfo.  Nel 1940 l'Italia entrò in Guerra contro la Francia e l'Inghilterra. Era scoppiato il Secondo Conflitto Mondiale. Molti giovani camuni vennero chiamati alle armi. Molti, in seguito, fuggirono sui monti diventando ribelli e partigiani. Molti altri non fecero più ritorno.
La guerra finì, e per la Valle Camonica e i suoi abitanti, piegati da anni di miserie, conflitti e lotte, fu il tanto atteso inizio di una lenta, difficile e dolorosa ripresa. La rinascita si deve senza dubbio alle Terme di Boario, in onore delle quali nel 1968 Darfo divenne, come già si è detto, “città di Darfo Boario Terme”.
Accanto alle sorgenti termali e al centro per le varie terapie ( rilanciato nel 2008 ), nel 1996 è stato inaugurato a Boario Terme il Centro Congressi, punto di riferimento per eventi e iniziative turistici e culturali sia della zona Camuna che del Sebino.

 
 


 
 
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